Con l’espressione “in house providing” s’intende la “produzione in proprio o autoproduzione di beni, servizi e lavori da parte di pubbliche amministrazioni”.
E’ un modello che si pone come alternativa all’appalto e alla concessione.
L’in house providing nasce con la sentenza Teckal del 18/11/1999 della Corte di Giustizia delle Comunità Europee (causa C-107/98).
La Corte di Giustizia è intervenuta molte volte precisando e delineando le caratteristiche dell’in house providing.
I princìpi giurisprudenziali sono stati finalmente tradotti in un atto normativo con la recente approvazione da parte del Parlamento europeo delle nuove Direttiva sugli appalti pubblici e concessioni.
Il Consiglio di Stato e la Corte dei Conti, dopo alcune incertezze iniziali, hanno finito per fare propri i princìpi affermati dalla Corte di Giustizia in materia di in house providing.
Il nostro legislatore ha usato per la prima volta l’espressione in house providing nell’art. 23-bis del D.L. 112/2008 di riforma dei SPL (oggi abrogato).
Nonostante tutto, l’affidamento “in house” rimane a tutt’oggi una modalità legittima di affidamento, sia dei SPL che delle attività strumentali.